Il Rapporto Caritas 2025 evidenzia un quadro preoccupante della povertà in Italia, con dati che confermano una tendenza all’aumento del fenomeno.
Secondo il rapporto, il 9,7% della popolazione italiana vive in condizioni di povertà assoluta, pari a circa 5,7 milioni di persone e oltre 2,2 milioni di famiglie. Questo rappresenta un incremento rispetto agli anni precedenti, indicando una persistente difficoltà nel contrastare la povertà nel paese.
L’Italia è il settimo Paese per incidenza di persone a rischio povertà o esclusione sociale (al 23,1%, in aumento rispetto al 22,8% del 2023): solo Bulgaria, Romania, Grecia, Spagna, Lettonia e Lituania registrano valori più alti. Se dalle condizioni di rischio si passa a quelle di conclamata difficoltà, Istat rileva che quasi un residente su dieci vive in uno stato di povertà assoluta (il 9,7% della popolazione).
Oggi si contano complessivamente 5 milioni e 694 mila poveri assoluti, per un totale di 2 milioni e 217 mila famiglie, che non dispongono delle risorse necessarie per una vita dignitosa, impossibilitati cioè ad accedere a un paniere di beni e servizi essenziali, quali ad esempio alimentazione adeguata, abbigliamento, abitazione.
L’istruzione si conferma ancora un importante fattore protettivo: la povertà assoluta colpisce il 13% delle famiglie con bassi titoli di studio, mentre scende al 4,6% tra quelle in cui almeno un membro possiede un diploma.
Principali Tendenze e Sfide. Lavoro povero.
Continua a crescere, con un numero significativo di persone occupate che non riescono a raggiungere un livello di reddito sufficiente a garantire una vita dignitosa, rappresentando circa il 21% degli occupati. La povertà tra i minori rimane elevata, con circa il 13,8% dei bambini e ragazzi che vivono in condizioni di povertà assoluta, un dato che si mantiene ai livelli più alti registrati negli ultimi anni.
Disuguaglianze regionali
Sebbene il divario tra Nord e Sud Italia si stia riducendo, la povertà continua a essere più diffusa nel Mezzogiorno, sebbene il numero di famiglie povere al Nord sia aumentato significativamente negli ultimi dieci anni.
L’accesso all’istruzione, all’abitazione e alle nuove tecnologie rimane limitato per molte persone in condizione di povertà, contribuendo al perpetuarsi delle disuguaglianze sociali.
Nonostante la Costituzione Italiana riconosca la tutela della salute come diritto fondamentale e il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) abbia un’impronta universalistica, ancora oggi molti cittadini incontrano ostacoli nell’accesso alle cure. Nel 2024 – secondo l’Istituto Nazionale di Statistica – il 9,9% della popolazione, circa 6 milioni di persone, ha dovuto rinunciare a prestazioni sanitarie ritenute necessarie (visite specialistiche, esami diagnostici come radiografie, ecografie, risonanze magnetiche, ecc.). Le principali cause sono riconducibili a due fattori: da un lato le lunghe liste d’attesa, dall’altro i costi che molte famiglie non riescono a sostenere. Il fenomeno appare in crescita rispetto al 2023 e al periodo pre-pandemico, a causa del peggioramento delle condizioni di accesso e delle difficoltà nella prenotazione
Conclusioni
Il Rapporto Caritas 2025 sottolinea la necessità di interventi strutturali e politiche efficaci per contrastare la povertà in Italia. È fondamentale un impegno coordinato tra istituzioni, enti locali e organizzazioni della società civile per affrontare le cause profonde della povertà e promuovere una maggiore equità sociale.
