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LETTERA DALL’INFERNO DI THIAGO ÁVILA, ATTIVISTA GLOBAL SUMUD FLOTILLA

Alfredo Facchini

Ecco la lettera integrale di Thiago Ávila, attivista brasiliano della Global Sumud Flotilla, sequestrato e detenuto nel carcere di Ktzi’ot, nel deserto del Negev.

E quello che racconta è solo un’ombra di ciò che i prigionieri palestinesi subiscono ogni giorno.

Una lettera da leggere, da passare di mano in mano.

Grazie a Lavinia Marchetti per la cura e la traduzione

Alle persone libere del mondo

Oggi è lunedì 6 ottobre 2025, e siamo nel carcere di Ktzi’ot, in mezzo al deserto del Negev, nella Palestina occupata. Siamo qui da cinque giorni, da quando la Marina israeliana ha intercettato la nostra missione umanitaria di solidarietà non violenta, che mirava a rompere l’assedio illegale di Gaza e a creare un corridoio umanitario per porre fine alla carestia e fare pressione per fermare il genocidio.

Da quando siamo stati intercettati illegalmente in acque internazionali, abbiamo subito molte violazioni. Molti di noi sono stati aggrediti fisicamente, minacciati dai cani, privati del sonno, mirati da laser e fucili veri, sottoposti a maltrattamenti psicologici di ogni genere: costretti per ore in posizioni strazianti, rinchiusi in autobus adattati a carceri sotto un caldo soffocante – una vera e propria camera di calore – e minacciati di continuo.

Poiché sanno che sono l’organizzatore della missione, non solo hanno fatto tutto questo, ma mi hanno anche sottoposto a lunghe ore di interrogatorio con gli agenti dell’intelligence e con i soldati dell’IOF stessa. Dopo aver difeso la Palestina, hanno continuato a minacciarmi: hanno minacciato la mia bambina, mi hanno sputato in faccia e mi hanno portato nel deserto per una “passeggiata”, mentre minacciavano di uccidermi.

Denuncio tutto questo non per lamentarmi, ma perché il mondo sappia che, se lo fanno agli operatori umanitari, immaginate cosa fanno ai palestinesi. Oggi ci sono oltre 10.000 palestinesi nelle segrete israeliane, 400 dei quali sono bambini.

I nostri partecipanti sono stati estremamente coraggiosi, fin dall’inizio e fino al momento in cui sono stati trasferiti per l’espulsione. Non abbiamo mai smesso di dire Palestina libera, e le violazioni non ci hanno mai abbattuti. Quando hanno rifiutato le medicine ai nostri partecipanti diabetici, ci siamo ribellati e abbiamo creato così tanto caos che hanno dovuto obbedire.

Mi hanno spostato di cella più di dieci volte, e ogni volta sono stato punito con regole più rigide. Più della metà dei nostri compagni qui sta facendo lo sciopero della fame; io, Frank e Vincent abbiamo fatto anche lo sciopero della sete finché loro non sono tornati a casa. Ho dovuto interrompere quello della sete perché il mio corpo sveniva continuamente, crollava. Ho scelto di tornare a bere acqua per poter continuare a organizzare la nostra resistenza qui in prigione.

Ciò che riempie il cuore di tutti noi, e che rappresenta il momento più luminoso della giornata, è pensare alla sollevazione globale, a tutta la mobilitazione che sappiamo state portando avanti là fuori, per la Palestina.

VI SUPPLICO DI INSORGERE.

Insorgete ora, ma non per noi. Fatelo in solidarietà con un popolo che da otto decenni subisce genocidio e pulizia etnica, intrappolato in una struttura di apartheid coloniale governata non da una religione, ma da un’ideologia razzista e suprematista chiamata sionismo.

Così come altre generazioni hanno sconfitto l’apartheid in Sudafrica, il nazismo, il fascismo e altre ideologie dell’odio, il dovere storico della nostra generazione è fermare il sionismo e l’imperialismo. Finché non ci riusciremo, non potremo riposare.

Siamo capaci di farlo. Possiamo vivere in un mondo in cui ogni popolo abbia garantiti i diritti fondamentali di vivere in pace, con pari dignità e con la massima dose di felicità possibile.
È l’onore più grande della mia vita camminare con voi in questa lunga marcia verso un mondo libero dallo sfruttamento, da ogni forma di oppressione e dalla distruzione della Natura: una società del benessere per tutte le creature viventi.

Siamo insieme. Un grande abbraccio, e trasformiamo questo mondo.

Thiago Ávila
6 ottobre 2025

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