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Dopo sei giorni di fuga, la polizia ha arrestato Luigi Nicholas Mangione, ritenuto il killer di Brian Thompson, ceo dekla compagnia di assicurazioni UnitedHealthcare.
Mangione, 26 anni nato e cresciuto nel Maryland, ex studente della Ivy League, è stato incriminato per l’assassinio avvenuto il 4 dicembre a Manhattan. Mangione aveva con sé una pistola con silenziatore simile a quella usata per uccidere Thompson: si tratterebbe di una “ghost gun”, un’arma invisibile ai controlli messa assieme con la stampante 3D.
La cattura
Ieri una segnalazione in un McDonald’s di Altoona, in Pennsylvania, ha fatto scattare il blitz della polizia che ha fermato il giovane incensurato trovandolo in possesso di un passaporto americano e quattro documenti di identità falsi, tra cui uno col nome di Mark Rosario, lo stesso usato alla reception dell’ostello dell’Upper West Side dove il killer di Thompson si era fermato per dieci giorni prima del delitto.
Il manifesto ispirato a Unabomber
Il 26enne aveva addosso anche un “manifesto”, hanno riferito fonti di polizia, ispirato a Theodore Kaczynski, il matematico di Harvard soprannominato Unabomber che negli anni ’90 tenne in scacco l’America con una catena di pacchi bomba. Appassionato di intelligenza artificiale e videogiochi, Luigi ammirava e metteva il like sui social alle invettive dell’eco-terrorista contro gli antidepressivi (“Immagina una società che assoggetta le persone a condizioni che li rendono infelici e poi dà loro i farmaci per togliere la loro infelicita”). Due paginette scritte a mano, il documento contiene accuse alla “corporate America” e in particolare alle le mutue private che antepongono i profitti al bene degli assicurati.
“Questi parassiti se la sono cercata. Mi scuso per ogni conflitto e trauma, ma andava fatto”, sono alcune delle frasi scritte da Mangione, che dice di aver agito da solo e di essersi autofinanziato. Secondo il New York Post, il ragazzo era rimasto scioccato per come era stato trattato un parente malato. Una tesi che confermerebbe l’iniziale sospetto degli investigatori su un killer “arrabbiato” col sistema miliardario delle mutue: gli ultimi tasselli chiariscono le tre parole incise sui bossoli trovati sul luogo del delitto – “deny, delay, depose” evocatrici di quelle usate dalle assicurazioni come UnitedHealthcare per negare i rimborsi – così come i soldi finti del Monopoli (il gioco per molti simbolo dell’avidità delle corporation) trovati nello zaino abbandonato a Central Park assieme al giaccone il 4 dicembre, la mattina del delitto.
Il delitto commesso dal giovane Luigi Nicholas Mangione, di famiglia agiata, lungi dall’essere giustificabile, esprime tuttavia un ampio disagio sociale nei confronti del sistema americano sanità privata/assicurazioni private profondamente ingiusto, ove spesso e volentieri le compagnie negano copertura ad una serie di interventi chirurgici e trattamenti farmacologici costosi, che rimangono dunque a carico dei pazienti se non definitivamente negati. Lo specchio di una democrazia monca e negata che ancora qualcuno, Oltreoceano, prende ancora quale punto di riferimento.