IL FRONTE POPOLARE PER LA LIBERAZIONE DELLA PALESTINA SCENDE IN CAMPO

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IL FRONTE POPOLARE PER LA LIBERAZIONE DELLA PALESTINA SCENDE IN CAMPO

Alfredo Facchini

Quello che segue è il comunicato emesso dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.

Il Fronte – bene ricordarlo – è un’organizzazione marxista-leninista rivoluzionaria, laica e antisionista, nata nel 1967, che unisce la lotta di liberazione nazionale alla lotta di classe contro l’imperialismo.

Questo comunicato prende in esame il cosiddetto piano Trump per un cessate il fuoco. Il comunicato del FPLP, a mio avviso, segna una svolta, non solo tattica, ma profondamente politica.

Come ho scritto in altre occasioni non spetta a me giudicare la giustezza delle prese di posizione della Resistenza. Spetta solo a loro e al popolo palestinese.

La fase che si apre è decisiva. Il Fronte chiama all’unità e a una strategia palestinese libera da padrini stranieri e ricatti occidentali. Nessun commissariamento: Gaza deve restare in mani palestinesi, fondata sulla legittimità di chi ha resistito.

È un messaggio netto contro l’idea di una Palestina addomesticata. Il cessate il fuoco è solo una tappa. La Palestina non è sola: in un mondo che si sta lentamente risvegliando. Università occupate, piazze che gridano ceasefire now, popoli che riconoscono nel destino palestinese il proprio specchio. Il cessate il fuoco è, dunque, solo un passaggio.

Comunicato stampa del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – 09/10/2025

“Il raggiungimento dell’accordo di cessate il fuoco e avviarne la prima fase è un risultato significativo e il primo passo di un lungo cammino verso la fine delle sofferenze del nostro popolo. È tempo che il genocidio finisca. È il frutto della leggendaria fermezza (Sumud) dimostrata da Gaza e dal nostro popolo palestinese, degli enormi sacrifici dei martiri, dei feriti e dei prigionieri, e della tenacia della coraggiosa resistenza che ha affrontato l’aggressione fino a questo momento.

Rendiamo omaggio al nostro popolo, sia in patria che all’estero, e ai nostri martiri, feriti, prigionieri e dispersi, che hanno incarnato le più belle immagini di sacrificio e tenacia. Il nostro popolo ha sopportato ciò che nessun altro popolo ha sopportato e, nonostante la distruzione, i massacri e la fame, l’occupazione sionista ha fallito nel raggiungere i suoi obiettivi e non ha raccolto altro che delusione, vergogna e isolamento.

Dall’inizio dell’aggressione fino alla firma dell’accordo, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha continuato i suoi sforzi senza interruzione, in coordinamento con tutte le forze palestinesi, arabe e islamiche, per raggiungere il momento in cui sarà fermata la macchina da guerra. Il Fronte rimarrà al fianco del nostro popolo durante questa fase difficile e cruciale della sua storia, continuando a sostenere la sua fermezza e la sua lotta fino al raggiungimento dei suoi obiettivi nazionali.

Apprezziamo profondamente gli sforzi dei nostri fratelli in Egitto, Qatar, Turchia e in tutti gli altri paesi arabi e islamici, così come le posizioni e le azioni delle nazioni e dei popoli liberi del mondo che hanno respinto la continuazione dei massacri e hanno cercato di fermarli, i cui sforzi hanno contribuito al raggiungimento di questo accordo. Apprezziamo in particolare la ferma posizione dell’Egitto nel respingere lo sfollamento e sostenere la fermezza del nostro popolo sulla sua terra.

L’accordo attuale ha superato i “no” e gli obiettivi sionisti. È l’unica opzione praticabile nelle circostanze attuali e il suo successo dipende dal rispetto dello stesso da parte dell’occupazione sionista e dalle chiare garanzie USA che impediscano ogni procrastinazione. Il nostro obiettivo ora è continuare a lavorare per porre fine una volta per tutte al genocidio, ottenere un ritiro completo dalla Striscia di Gaza, rompere l’assedio e porre fine alle sofferenze del nostro popolo.

Stiamo lavorando con tutte le organizzazioni palestinesi, con contributo egiziano, per avviare un dialogo nazionale globale che apra un nuovo orizzonte per la costruzione di una strategia palestinese unitaria basata sui principi e sui diritti storici del nostro popolo, per affrontare la fase successiva e ricostruire le nostre istituzioni nazionali in base a partenariato associativo e collegiale per affrontare tutte le sfide.

Rifiutiamo la tutela straniera e affermiamo che l’amministrazione di Gaza deve essere puramente palestinese, con la partecipazione araba e internazionale alla ricostruzione e al recupero.

Il mondo oggi è al nostro fianco e sostiene il nostro diritto alla libertà e all’autodeterminazione. Il movimento globale deve continuare a perseguire l’occupazione e i suoi leader anche dopo il raggiungimento dell’accordo di cessate il fuoco, affinché la Palestina possa rimanere viva nella coscienza mondiale fino alla fine dell’occupazione.”

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