Lavinia Marchetti
Stasera vorrei farvi una domanda personale. Non le faccio mai, ma la situazione storica (e anche di mia localizzazione) mi ci conduce.
– Ma voi siete pronti a veder morire i vostri figli in guerra? Pensarli in una trincea ucraina?
Io sono in Estonia da un paio di mesi e qui si parla sul serio di queste cose. La logica è: riarmo ok, ma poi le armi qualcuno deve usarle. In Estonia, sono pochissimi, ma abbastanza giovani, eppure nel dibattitto si dà per scontato che se inizia la guerra con la Russia, il sacrificio di sangue non tocca alla Kallas, alla Von Der Leyen, a Macron, a Mattarella, né ai loro figli. Tocca ai vostri. Vostri perché io, per fortuna, in questo periodo storico, non ne ho fatti.
Mi chiedo quanto gli italiani che parlano di leva, 800.000 soldati, abbiano chiaro tutto questo. Una popolazione con età media di 50 anni. Perché io ho l’impressione che tutti i volenterosi con le chiappe dei poveracci abbiano chiara la situazione, ma siano proprio i poveracci a non averla chiara quando difendono a spada tratta un pezzettino di Donbas e un’idea neanche troppo chiara di Unione Europea (quale unione???).
Non so neanche quanto abbiate chiaro per chi mandereste a morire i vostri ragazzi… guardateli bene…Ecco, mi piacerebbe leggere i vostri pensieri, perché qui dove sono io c’è paura, molta paura. Ma in Italia non la sento… Ora guardate bene queste foto, guardate i vostri figli…
“Io fui il primo frutto della battaglia di Missionary Ridge.Quando sentii la pallottola entrarmi nel cuore pmi augurai di esser rimasto a casa e finito in prigione per quel furto dei porci di Curl Trenary,invece di fuggire e arruolarmi.Mille volte meglio il penitenziario che avere addosso questa statua di marmo alata,e il piedistallo di granito con le parole «Pro Patria».Tanto, che vogliono dire?”.
Knowlt Hoheimer, da Spoon River
