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“La separazione delle carriere è nel programma di governo” e il testo della riforma “con ragionevole probabilità e certezza sarà presentato nel mese di aprile o al massimo a maggio”. Sono le parole del ministro della giustizia, Carlo Nordio, nel question time alla Camera.
“La separazione delle carriere è consustanziale a una riforma anche più importante che è quella del Csm. Una separazione delle carriere comporta per ovvie ragioni due Csm separati, sulla cui formazione, modo e criterio di elezione ci sarà un dibattito successivo”, ha detto ancora Nordio.
La separazione delle carriere è una riforma osteggiata dalla magistratura ma anche da buona parte dell’opposizione in parlamento. Anche parte della società civile avversa questo tentativo di profonda riforma della magistratura, proposto e poi accantonato in passato da Berlusconi. Con la separazione delle carriere, l’ordine giudiziario, attualmente unitario, si dividerebbe in magistrati giudicanti ed inquirenti, senza possibilità di passare dall’uno all’altro nel corso della carriera. Una volta vinto il concorso per uditore giudiziario e superato il test psicoattitudinale, che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2026, il magistrato dovrà fare una scelta irrevocabile per la carriera giudicante ovvero per quella inquirente. Da più parti si teme che quello della separazione delle carriere sia solo il primo passaggio per poi giungere all’assoggettamento della magistratura inquirente al controllo del governo e contestuale abrogazione dell’obbligatorietà dell’azione penale.