Siria, quando i terroristi islamisti diventano affidabili padroni di un paese

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Siria, quando i terroristi islamisti diventano affidabili padroni di un paese

Manuel M Buccarella

Ci hanno messo appena undici giorni i cosiddetti ribelli ad occupare Damasco e liberare così la Siria da anni di opprimente e illiberale governo del dittatore Bashar Al-Assad. L’opposizione delle forze armate lealiste è stata decisamente blanda, e ciò lascia non pochi dubbi. La “rivolta” è stata organizzata e condotta con perfetto tempismo, attesa la debolezza di Russia ed Iran nell’area, impegnate in altri conflitti. Ciò lascia supporre una regia, oltre che della Turchia, anche di Stati Uniti ed Israele, che nel frattempo hanno occupato, illegalmente, un altro pezzo delle Alture del Golan, in Siria. Inoltre l’arrivo di HTS potrebbe fermare il flusso di armi dalla Siria verso Hezbollah, storico nemico di Israele.

Che Assad non fosse un sentito democratico nulla quaestio.Ma chi sono i ribelli, quelli che in diretta sulla televisione di Stato hanno dichiarato la Siria “libera dalla tirannia”, celebrando la liberazione dei prigionieri dalle carceri, tra cui la famigerata prigione di Sednaya, nota per le torture?

I “ribelli” del gruppo HTS sono di natura sicuramente jihadista ed hanno un passato violento, anche se negli ultimi anni hanno cercato di distaccarsi da al-Qaeda e hanno affermato di voler stabilire un governo civile. I ribelli hanno promesso una transizione verso un governo che rispetti i diritti umani e le libertà democratiche, tuttavia ci sono non poche preoccupazioni riguardo all’effettiva realizzazione delle condizioni promesse. Ricordate i talebani all’indomani dell’abbandono dell’Afghanistan da parte dei militari statunitensi?

HTS nasce nel 2017 dalla fusione di Jabhat al-Nusra (filiale di al-Qaeda in Siria) con altri gruppi jihadisti. Pur dichiarando di aver reciso i legami con al-Qaeda, HTS mantiene un’ideologia islamista intollerante e violenta. HTS è stato designato gruppo terroristico da Stati Uniti, ONU e altri paesi per il suo passato legato ad al-Qaeda e ad attività violente. Sono documentate gravi violazioni dei diritti umani, inclusi detenzioni arbitrarie, torture e restrizioni alla libertà di espressione.

Al-Nusra ha beneficiato di significativi aiuti, finanziari ed in armi, in particolare nei primi anni di attività, da parte degli Stati Uniti d’America, in funzione anti Assad. Gli Usa non hanno mai gradito gli Assad ed il partito Bath al potere in Siria, in quanto legati prima all’Unione Sovietica e poi alla Russia. Per non parlare dei legami anche con l’Iran, storico nemico degli States e di Israele. Non è forse un caso se gli Stati Uniti e lo Stato ebraico abbiano fornito assistenza agli insorti islamisti (gli americani addirittura colpendo gli sciiti filo iraniani che ripiegavano verso e contro HTS), per non parlare della Turchia e delle milizie filoturche. Erdogan è il principale ispiratore della rivolta, soprattutto perché ha interesse a ridimensionare e sterminare i curdi, recentemente alleatisi nel nord della Siria con il governo centrale di Assad.

Nel curriculum vitae dei nuovi padroni della Siria ci sono anche gravi e documentate violazioni dei diritti delle minoranze religiose, che subiscono persecuzioni e discriminazioni nei territori controllati, dei diritti delle donne, severamente limitati, con norme che impongono il velo e restringono l’accesso all’istruzione e al lavoro.Tutte cose che nel 2022 si potevano leggere su una pagina web del governo americano e che oggi sembrano non esserci mai state. Questo perché Assad è stato appoggiato da Mosca e l’abbattimento di un alleato della Russia è cosa comunque gradita all’Occidente, anche se compiuta da una milizia armata classificata come “gruppo terrorista” dal governo americano.Hay’at Tahrir al-Sham (HTS), ex affiliato di al-Qaeda e gruppo designato come terroristico dagli USA dal 2018, resta radicato in un jihadismo che limita la libertà religiosa dei musulmani dissidenti e delle minoranze.

Il futuro della Siria rimane comunque incerto, con potenziali conflitti interni tra diverse fazioni e l’interferenza delle potenze regionali come la Turchia e il Qatar che storicamente hanno sostenuto i gruppi anti-Assad in Siria.

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