Anche l’Indonesia entra nei BRICS. Ora l’organizzazione rappresenta oltre il 50% della popolazione mondiale.

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Anche l’Indonesia entra nei BRICS. Ora l’organizzazione rappresenta oltre il 50% della popolazione mondiale.

L’Indonesia, una delle più dinamiche – ma con importanti sacche di povertà – economie asiatiche, ha fatto ingresso nei BRICS come decimo membro dell’organizzazione. L’Indonesia ha quasi 300 milioni di abitanti. Così BRICS oggi rappresenta il 51% della popolazione mondiale ed almeno il 42% del Pil mondiale.

A dire il vero il paese era stato invitato da diversi anni a diventare membro dell’organizzazione, poi l’avvento della presidenza Prabowo ha sbloccato la situazione, riconoscendo le potenzialità offerte dall’adesione ai BRICS, che per il paese è “un modo per aumentare la collaborazione e il partenariato con altri Paesi in via di sviluppo”.

L’ingresso nei BRICS offre infatti nuove opportunità per rafforzare la sua economia e consolidare il suo ruolo internazionale. Il paese spera di beneficiare dell’accesso a nuove iniziative economiche e infrastrutturali promosse dai BRICS, tra cui progetti nell’ambito della Belt and Road Initiative cinese e programmi di cooperazione tecnologica e finanziaria. Cina ed India importano rispettivamente il 26% e l’8% dell’export totale indonesiano.

A Kazan, inoltre, durante l’ultima sessione dei BRICS, si è pianificato un progetto di cooperazione su più tavoli, da quello dei sistemi di pagamento, anche alternativi a Swift, da utilizzare anche per aggirare le sanzioni imposte da Stati Uniti ed occidente a paesi come Russia ed Iran, all’informatica ed alla cybersecurity, alla possibilità di utilizzare, nelle transazioni commerciali tra paesi membri, le valute locali, in alternativa al dollaro.

Ci si interroga se l’adesione a BRICS possa esprimere una volontà dell’Indonesia ad allentare le relazioni con Washington oppure no, a vantaggio soprattutto delle relazioni con la Cina. Donald Trump per altro ha già minacciato, come ritorsione, l’applicazione di severi dazi doganali.

Il piano contro la malnutrizione

In contemporanea all’ingresso nell’organizzazione, il governo di Giacarta ha lanciato un ambizioso “Piano contro la malnutrizione”. Il paese infatti , pur avendo un’economia dinamica, conserva non poche diseguaglianze economiche e diffuse sacche di povertà, considerata endemica. L’obiettivo del piano è fornire pranzi scolastici e latte gratuiti a 83 milioni di studenti, disseminati in più di 400.000 scuole del Paese.

Come ha spiegato Dadan Hindayana, il capo della neonata National Nutrition Agency, che dovrà gestire l’attuazione del programma, il governo di Giacarta si è prefissato di raggiungere inizialmente 19,5 milioni di scolari e donne incinte nel 2025 con un budget di 71 trilioni di rupie (4,3 miliardi di dollari).Con i fondi stanziati, verranno acquistati e distribuiti circa 6,7 milioni di tonnellate di riso, 1,2 milioni di tonnellate di pollo, 500mila tonnellate di manzo, un milione di tonnellate di pesce, verdura e frutta e 4 milioni di chilolitri di latte. Nel programma di pasti gratuiti, verranno mobilitate circa 2mila cooperative.

«Invieremo una squadra in ogni scuola per facilitare la distribuzione dei pasti agli studenti ogni giorno», ha fatto sapere Hindayana. In pratica, il programma fornirà «un pasto al giorno per ogni studente dalla scuola materna alla scuola superiore, coprendo un terzo del fabbisogno calorico giornaliero dei bambini».

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