Manuel M Buccarella
Gylfi Þór Sigurðsson, più volte calciatore ed atleta dell’ anno nella sua Islanda, con alle spalle una carriera importante nella Premier League inglese, con Tottenham ed Everton (di cui è stato anche capitano) ha finalmente il posto che merita. Non l’ inferno durato quasi due anni per un’ infondata accusa, in UK, di pedofilia per aver consumato un inesistente rapporto sessuale con una minorenne. Da aprile scorso l’ incubo per lui, la famiglia e la bambina di due anni è finalmente terminato.
Gylfi ha accettato un ridimensionamento importante, a livello professionale, andando a giocare nel campionato danese, con il Lingby. Questo però gli ha consentito il ritorno in nazionale dopo praticamente due anni, a 34 anni. Prima, la scorsa settimana, una ventina di minuti dalla panchina nella sua Reykjavík contro il Lussemburgo, poi 56 minuti dal primo minuto titolare contro il modesto Liechtenstein. Segnando due gol, il primo su rigore, è diventato, con 27 reti in 80 presenze, il miglior realizzatore di sempre con la maglia della nazionale vichinga, superando nella classifica top-scorer Sigthórsson ed Eidur Gudjohnsen.
Sigurðsson è stato uno dei principali artefici della storica qualificazione dell’ Islanda agli Europei di Francia 2016, eliminando agli ottavi di finale l’ Inghilterra. Nel 2018 la qualificazione ai Mondiali di Russia, anch’essa storica. Da allora il calcio dell’ isola atlantica è in una lunga e difficile fase di ricostruzione.
Bentornato, Gylfi !