7 ottobre 2023

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7 ottobre 2023

Manuel M Buccarella

Il 7 ottobre 2023, due anni fa, intorno alle 6:30 ora locale, a Gerusalemme risuonano le sirene antiaeree, avvertendo i cittadini che il paese è sotto attacco. Hamas ha appena annunciato l’inizio dell’operazione “Alluvione Al-Aqsa”. Oltre 5.000 razzi vengono lanciati dalla Striscia di Gaza verso Israele.

Migliaia di miliziani di Hamas sciamano da Gaza in Israele: prendono d’assalto il festival Supernova, dove centinaia di ragazzi si sono ritrovati a ballare, i kibbutz al confine con la Striscia e le postazioni militari. Saranno circa 1200 le vittime. Vengono rapite 254 persone, tra cui 229 civili e 25 soldati. Alcuni dei rapiti vengono uccisi all’istante e i loro corpi portati nella Striscia, per un futuro scambio con detenuti palestinesi. Ci saranno anche alcuni stupri.

Quanto accaduto in Israele il 7 ottobre viene correntemente definito come un massacro frutto di un’azione terroristica condotta da Hamas, partito politico islamista e sunnita al governo nella Striscia di Gaza, con un’organizzazione militare a supporto, le Brigate Ezzedin al-Qassam.

Hamas, in passato fiancheggiatore di Israele in funzione anti Olp, conduce da alcuni anni azioni militari contro Israele, dall’invio di razzi ad attacchi terroristici.L’opinione di molti palestinesi ma anche di molti nel mondo arabo è che il 7 ottobre sia stato invece l’inizio di una rivoluzione o comunque un importante atto di resistenza, finalizzata alla liberazione della Palestina dal giogo israeliano. È in Italia l’opinione, per esempio, dei Giovani Palestinesi d’Italia.

La resistenza palestinese ad Israele è posta in essere non solo da Hamas, ma da una pluralità di organizzazioni di vario segno, politiche e militari.Va detto che i servizi segreti israeliani furono informati per tempo, forse anche ben un anno prima, del massacro programmato da Hamas. A dare l’allerta fu un sottufficiale di carriera, una donna, molto rispettata nel gruppo della cyber-intelligence militare conosciuto come unità 8200. Perché il governo ed i servizi segreti di Tel Aviv non sono intervenuti per scongiurare l’ azione bellica degli uomini di Hamas? Secondo qualcuno ne fu sottovalutata la portata. Secondo altri invece l’ azione di Hamas è stata volutamente non contrastata e strumentalizzata da Netanyahu ed i suoi per regolare definitivamente i conti con la Palestina e per mantenere quanto più a lungo in sella un vero dead man walking come Benjamin Netanyahu, con pesanti problemi con la giustizia israeliana, ed oggi anche oggetto di mandato internazionale di cattura per crimini di guerra spiccato dalla Corte penale internazionale.

Opinione personale

Il pogrom del 7 ottobre è stato un fatto assolutamente deprecabile, che condanno senza possibilità di appello. Avrei decisamente preferito un’azione “terroristica” condotta nei confronti dei vertici politici e militari dello Stato di Israele. Avrebbe avuto senz’altro più effetto e sarebbe stata sicuramente più giusta. Quest’ultima avrebbe esposto comunque la terra e la popolazione gazawa alla terribile reazione di Netanyahu e soci messianici e dunque al genocidio del popolo palestinese. Ma, come detto, quel pogrom incredibile si sarebbe potuto tranquillamente evitare, da parte delle forze armate e di intelligence israeliane, visto che era ampiamente noto ai vertici di Tel Aviv.

Un popolo assediato e senza terra di “proprietà” ha diritto all’insurrezione, quale diretta conseguenza del proprio diritto all’autodeterminazione. Ed il terrorismo, a volte, è una delle forme di manifestazione di tale insurrezione, da rivolgere auspicabilmente non verso civili inermi, ma verso un nemico che veste in giacca e cravatta o in alta uniforme.“Credo che ognuno di noi, se fosse nato in un campo di concentramento e non avesse da cinquant’anni nessuna prospettiva da dare ai figli, sarebbe un terrorista”. Cosi parlava sul dramma del Medio Oriente Giulio Andreotti.

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