Manuel M Buccarella
Il vertice di ieri 2 giugno ad Istanbul tra delegazioni russe ed ucraine si è concluso, come prevedibile, praticamente con un nulla di fatto. A parte l’importante scambio di prigionieri previsto, oltre alla disponibilità dei russi di fare rientrare in Ucraina i circa 300 bambini che sarebbero stati prelevati – rapiti secondo gli ucraini – si rimane molto lontani da un cessate il fuoco, che i delegati di Kiev propongono per almeno trenta giorni e senza condizioni, per non parlare della fine delle ostilità.
Difficile poter pensare ad una Russia incline a prestare concessioni alla controparte, soprattutto all’indomani dell’operazione ragnatela, che ha colpito in profondità quattro aeroporti militari strategici in Russia, danneggiando o distruggendo, secondo gli ucraini, quaranta aerei da guerra russi che possono trasportare e sganciare anche ordigni nucleari, oltre ai più comuni missili da crociera utilizzati nello scenario bellico ucraino. Contemporaneamente, i servizi segreti ucraini (Sbu) hanno fatto saltare in aria due ponti ferroviari in Bryansk e Kursk, facendo sette vittime civili e numerosi feriti. Oggi un attacco con 1.100 kg di esplosivo ha danneggiato i piloni subacquei del Ponte di Crimea.
La Russia ha risposto con pesanti bombardamenti su Sumy e Kharkiv e con il più massiccio lancio di missili e droni su tutta l’Ucraina dall’inizio della guerra.
La dottrina nucleare russa
L’attacco sferrato ai quattro aeroporti militari russi ed agli aerei, in quanto vettori di ordigni nucleari, è considerato dalla dottrina nucleare russa come un attacco nevralgico che può giustificare una risposta nucleare.
Non sappiamo quale sarà la risposta di Putin, che pure ha fatto un discorso alla nazione annunciando difesa ed offesa e che questa guerra è esistenziale per la Russia. Di par suo la Nato ha dichiarato di temere le reazioni della Russia e comunque è difficile poter pensare che gli attacchi ucraini non siano stati accompagnati da una partecipazione dell’intelligence di paesi Nato, tipo soprattutto il Regno Unito, che assieme alla Germania vorrebbe mostrare i muscoli alla Russia, semmai tirandola in una guerra mondiale. La partecipazione dei “volenterosi” al conflitto è vieppiù motivata dalla loro sostanziale esclusione dall’affare della ricostruzione in Ucraina, sancito dall’accordo con Trump sullo sfruttamento delle risorse minerarie e sulla ricostruzione.
Come non bastasse, il segretario generale della Nato, Rutte, ha invitato Zelensky all’Aia al prossimo vertice della Nato del 28 e 29 giugno. Diciamo che le condizioni per un possibile terzo conflitto mondiale ci sono tutte, visto che la Russia difficilmente rinuncerà agli oblast occupati ed alla neutralità dell’Ucraina.
NYT: La NATO vuole riesaminare le sue vulnerabilità dopo l’attacco delle Forze Armate ucraine agli aeroporti russi
I paesi membri della NATO stanno valutando la necessità di rivedere i loro “punti deboli” dopo l’attacco di Kiev agli aeroporti russi con droni FPV. Lo ha riportato il New York Times (NYT) citando un funzionario della difesa di uno dei paesi europei dell’alleanza.Inoltre, diversi esperti hanno osservato, sullo sfondo dell’attacco ucraino del 1° giugno, che i droni rappresentano una seria minaccia per le basi militari, che potrebbero essere attaccate in qualsiasi momento, scrive il NYT. Come ha sottolineato James Patton Rogers, responsabile del programma di ricerca presso la Cornell University (USA), numerose basi militari di grandi paesi in Africa e Medio Oriente sono particolarmente vulnerabili a causa della situazione in queste regioni.Il giornale osserva inoltre che il massiccio attacco di Kiev con droni FPV contro gli aeroporti delle città russe non impedirà alla Federazione Russa di continuare le operazioni offensive.
