Le autorità del Niger e del Ciad hanno dato inizio all’espulsione delle truppe statunitensi dalle basi che controllavano nei due Stati del Sahel, confermando così l’indebolimento dell’influenza occidentale in Africa, in favore di altre potenze, tra cui spicca in particolar modo la Russia.
Il mese scorso, il Niger – guidato da una giunta golpista in seguito al colpo di Stato del luglio 2023 – ha posto fine alla pluriennale collaborazione militare con gli USA, non rinnovando un accordo che consentiva alle truppe americane di operare nel Paese. Il 16 marzo il governo militare del Niger ha interrotto «con effetto immediato» l’accordo di cooperazione militare firmato con gli Stati Uniti nel 2012 e il portavoce della giunta, il colonnello maggiore Amadou Abdramane, ha definito la presenza militare statunitense «illegale» e in violazione di «tutte le regole costituzionali e democratiche» e l’accordo stesso è stato definito illegittimo e ingiusto, in quanto «imposto unilateralmente» dagli Stati Uniti, tramite una «semplice nota verbale», il 6 luglio 2012.
Allo stesso modo, il capo di Stato Maggiore dell’aeronautica militare del Ciad, Idriss Amine, agli inizi di aprile ha chiesto la partenza dei soldati statunitensi dalla base di N’Djamena, capitale del Ciad, a causa della mancanza di documenti relativi all’accordo che ne avrebbero permesso la presenza.
Per ulteriori approfondimenti leggere l’articolo dell’Indipendente https://www.lindipendente.online/2024/04/30/niger-e-ciad-hanno-iniziato-ad-espellere-le-truppe-usa-dal-proprio-territorio/