TRUMP MINACCIA IL VENEZUELA E MADURO, MA PER LA NOSTRA INFORMAZIONE E’ TUTTO NORMALE.NON VALE PIU’ IL MANTRA “AGGRESSORE-AGGREDITO”?

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TRUMP MINACCIA IL VENEZUELA E MADURO, MA PER LA NOSTRA INFORMAZIONE E’ TUTTO NORMALE.NON VALE PIU’ IL MANTRA “AGGRESSORE-AGGREDITO”?

Luciano Graziuso

Non accennano ad arrestarsi i bombardamenti effettuati dagli Stati Uniti ai danni delle imbarcazioni venezuelane, attacchi basati sul semplice sospetto che queste navi siano collegate al narcotraffico: dal 2 settembre ad oggi, si contano almeno 4 barche affondate e 27 morti, il tutto nel silenzio, e a volte addirittura con l’approvazione, dei nostri mezzi d’informazione. Ma Trump non si è limitato a questo: ieri ha dispiegato 4 navi da guerra e mobilitato 4.000 soldati vicino alle acque venezuelane, compiendo un’azione altamente intimidatoria nei confronti di un Paese sovrano che non ha mai arrecato danno né agli Stati Uniti né ad altre nazioni. Dulcis in fundo, ha anche minacciato apertamente il presidente Maduro, affermando senza mezzi termini che “ha i giorni contati”.

Il pretesto avanzato dal presidente USA per compiere questi atti di vero e proprio terrorismo è stato quello di “debellare il narcotraffico presente in Venezuela”; naturalmente, come spesso accade, non ha fornito alcuna prova per avvalorare questa tesi, ma le sue parole sono bastate al nostro sistema informativo per giustificare “operazioni” estremamente intimidatorie, che alcuni giornali hanno fatto addirittura passare quasi per necessarie! Secondo noi, invece, giornali e trasmissioni televisive avrebbero dovuto porsi alcune domande, ad esempio le seguenti: “Ammesso e non concesso che il Venezuela sia coinvolto nel narcotraffico, chi è Trump, e chi sono gli USA, per operare come “polizia dei Caraibi”, bombardando navi ed ammazzando persone in acque internazionali, a causa del semplice sospetto che trasportassero droga? Chi ha conferito loro il compito di una repressione incontrollata e senza regole al di fuori del proprio territorio?

I nostri mass-media avrebbero inoltre dovuto indagare più a fondo su quale potrebbe essere la causa reale di un così attivo “interessamento” di Trump nei confronti del Paese governato da Maduro. Ci sembra infatti molto debole la versione fornita, quella di voler debellare il narcotraffico, per giustificare atti tanto ostili nei confronti del Venezuela, che potrebbero anche culminare con un attacco che sembra imminente; un motivo molto più plausibile invece è rappresentato dal fatto che lo Stato caraibico, guarda caso, possiede la più grande riserva di petrolio al mondo e ciò, unito al fatto che gli USA stanno attraversando una crisi economica senza precedenti, avrebbe dovuto far scattare un “campanello d’allarme” nei nostri giornalisti, prima che riportassero per filo e per segno la versione “classica” dettata dagli Stati Uniti.

Per concludere il discorso riguardante il Venezuela, non si può non parlare del comportamento meschino della Machado, leader dell’opposizione al governo Maduro e vincitrice del premio Nobel per la pace: nonostante le “manovre” del leader della Casa Bianca abbiano già causato la morte di almeno 27 suoi connazionali, e nonostante il sempre più probabile attacco militare diretto nei confronti del suo Paese, ella ha dichiarato apertamente di stare dalla parte del tycoon: “Condivido completamente la sua strategia… Penso che sia la cosa giusta da fare… E’ una strategia coraggiosa e visionaria” (!) Trump non si è dimostrato tenero nemmeno nei confronti della Nigeria, anch’essa gravemente minacciata di recente: il presidente americano ha affermato che, qualora non si fermassero nel breve periodo le uccisioni dei cristiani nello stato africano, saranno intraprese azioni militari nei suoi confronti, come bombardamenti aerei o addirittura l’invio di truppe. Il governo nigeriano ha immediatamente respinto le accuse, definendo le dichiarazioni del leader della Casa Bianca “incaute e fuorvianti” e concludendo così il discorso: “Ogni intervento straniero deve rispettare la sovranità della Nigeria”; tale affermazione a noi sembra un’ ovvietà, ma pure in questo caso il nostro sistema informativo ha fatto passare come “normali” le frasi di Trump, parlando poco e niente della questione. Per quanto, qualora le uccisioni di cristiani fossero veramente più numerose che in ogni altro Paese, ci appare molto probabile che siano state usate dal presidente americano come pretesto per un eventuale attacco futuro: non va dimenticato, infatti, che la Nigeria possiede delle risorse naturali di assoluto rilievo, come minerali e terre rare, ed anch’esse farebbero molto comodo agli USA per risollevare la pessima situazione economica in cui versano.

Non si può fare a meno di notare, in generale, il palese doppiopesismo che permea in profondità il nostro sistema informativo nell’affrontare questioni quali minacce, bombardamenti e vere e proprie invasioni di uno o più paesi a danno di altri. Se ad attaccare è uno stato “ostile”, come ad esempio la Russia, la condanna è netta, assoluta ed incondizionata: il “nemico” ha torto al 100%, senza “se” e senza “ma”. In questo caso non ci sono ragioni che tengano, anche se i motivi che, per esempio, hanno spinto Putin ad attaccare l’Ucraina sono oggettivamente molto più validi di quelli addotti da Trump per bombardare le navi venezuelane, uccidere presunti narcotrafficanti e per minacciare la Nigeria.

Da quando in qua, infatti, il semplice sospetto è causa di una condanna inappellabile, nel mondo che si vanta di essere democratico e di non permettersi di giudicare senza prove certe? Nella questione russo-ucraina hanno avuto un peso tanti fattori, che non possono essere ignorati nel giudicare l’evento storico: la volontà di far cessare lo sterminio dei filorussi nel Donbass e nel Donesk, iniziato tanti anni prima; di mettere fine alla repressione sempre più dura che stavano subendo (divieto di parlare la lingua russa, scioglimento di tutti i loro partiti), nonché di sottrarli a veri e propri attacchi terroristici (ad esempio la strage di Odessa); la sempre più grave ostilità della NATO, con la sua incontrollata espansione ad Est (nonostante, per accordi presi, avrebbe dovuto arrestarsi con l’ingresso della Germania…) e la sua ferma volontà di far entrare proprio l’Ucraina stessa nell’Alleanza Atlantica (fatto che costituirebbe una vera e propria minaccia esistenziale per la Russia) sono ragioni che soccombono inesorabilmente di fronte alle logiche del “buono e cattivo” , dell’ ”aggressore e dell’aggredito” e dello “Stato sovrano che viene attaccato” che ci propinano i giornalisti nostrani. Non osiamo pensare, inoltre, cosa sarebbe successo se, invece di Trump nei confronti di Maduro, fosse stato Putin a dire a Zelensky che ”ha i giorni contati”; abbiamo il lieve sospetto che la gravità di questa dichiarazione non sarebbe passata così inosservata…

Le logiche di cui parliamo cadono inesorabilmente quando è uno dei “buoni” (USA, NATO, ecc) ad attaccare uno stato sovrano: è stato evidentissimo nel caso delle guerre in Iraq, Afghanistan, ex Iugoslavia, Libia etc., quando questi attacchi venivano giustificati con delle motivazioni assurde come “portare la pace, la democrazia”, “liberare popoli oppressi” e in alcuni casi basati su delle vere e proprie “fake news”, come l’ esistenza di “armi di distruzione di massa” nell’Iraq di Saddam Hussein.

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