Alfredo Facchini
Il nuovo pontefice, Leone XIV, apre il suo regno spirituale con una stretta di mano che grida vendetta. Accoglie a Roma il presidente israeliano Isaac Herzog, lo stesso uomo che i fotografi hanno immortalato mentre apponeva la sua firma su bombe destinate a Gaza. Missili pronti a sbriciolare case, ospedali, scuole.
È questa la mano che il Papa stringerà. La mano di chi ha sottoscritto la distruzione di un popolo. Diplomazia, la chiamano. Ma qui non c’è dialogo: c’è legittimazione politica di un regime di occupazione e apartheid. La scena ha il sapore rancido della storia che si ripete: il Vaticano che spalanca le porte a chi porta morte.Non è la prima volta.
La storia del Vaticano è costellata di strette di mano imbarazzanti. Durante il fascismo, la Chiesa firmò i Patti Lateranensi con Mussolini, garantendogli prestigio internazionale in cambio di privilegi e denaro. Con la firma del Concordato del 20 luglio 1933 tra la Santa Sede e il Reich, Adolf Hitler ottenne una legittimazione internazionale fondamentale nei suoi primi mesi di potere. L’accordo, negoziato dal cardinale Eugenio Pacelli (il futuro Pio XII), garantiva alla Chiesa cattolica alcuni diritti religiosi e istituzionali in Germania in cambio della promessa di non interferire direttamente nell’attività politica del regime. Nel dopoguerra, i silenzi su Franco in Spagna e su Salazar in Portogallo furono altrettante complicità con regimi sanguinari che si proclamavano “cattolici”. Più tardi, negli anni ’70 e ’80, la diplomazia vaticana non mancò di chiudere entrambi gli occhi davanti ai generali sudamericani: Videla in Argentina, Pinochet in Cile. I carnefici benedetti in nome dell’anticomunismo.Sempre la stessa formula, sempre lo stesso paravento: “diplomazia”.
Oggi la scena si ripete con Herzog. Mentre Gaza brucia, il Vaticano prepara tappeti rossi, inchini, dichiarazioni di circostanza. L’ennesima fotografia che passerà alla storia: il successore di Francesco – che almeno sapeva dire “no” alle guerre “a pezzi” e al traffico d’armi – accoglie l’uomo ritratto mentre firma le bombe.Il Vaticano ama definirsi la “coscienza morale dell’umanità”. Ma di fronte al potere, la sua coscienza si rivela immancabilmente ipocrita, se non addirittura servile.
Mentre a Roma le telecamere immortaleranno una stretta di mano, a Gaza qualcuno scaverà con le mani nude tra le macerie per estrarre un figlio.
