IL RITO MACABRO DEI MISSILI SU GAZA

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IL RITO MACABRO DEI MISSILI SU GAZA

Alfredo Facchini

31 ottobre 2023. Ecco quello che non leggerete mai sui giornali di casa nostra. Non leggerete mai quello che scrive il The Guardian.

Ecco cosa racconta. Gruppi di israeliani si riuniscono ogni sera sulle cime delle colline che guardano verso Gaza, esultando ogni volta che un missile viene sganciato contro la popolazione palestinese. Quando l’orizzonte si illumina in esplosioni di arancione e rosso fuoco il rito si compie. Macabro.

<<Accomodati su casse rovesciate, sedie da giardino e seggiolini di auto mezzi rotti, la maggioranza degli spettatori tiene in mano uno smartphone per farsi foto sullo sfondo del fumo nero che si alza da Gaza. Il lampo delle esplosioni è accolto con esclamazioni di approvazione e c’è chi, fra gli spettatori, ha descritto il bombardamento con l’espressione “che spettacolo!”.

“Veniamo ad assistere al bombardamento”, dichiara Shimrit Peretz, un cittadino israeliano, aggiungendo: “È interessante”. Peretz afferma di non essere preoccupato per la sorte dei civili palestinesi>>.

Il reportage del quotidiano britannico è stato pubblicato un paio di giorni dopo che il canale di informazione americano CNN aveva rimosso la sua corrispondente Diana Magnay, rimozione avvenuta in seguito alla testimonianza della giornalista dei festeggiamenti israeliani durante i bombardamenti della scorsa settimana.Intanto centinaia di ragazzi partiti dall’America, dall’India, dall’Europa sono sbarcati in Israele per consumare la Grande Vendetta. Sono oltre 300 gli italo-israeliani partiti da Roma per il fronte …Questo era uno stralcio di un articolo che avevo scritto appena tre settimane dopo il 7 ottobre. Da subito si era capita la malvagità che avrebbe travolto ogni confine morale. Si era intuito subito ciò che affiorava dalle viscere della società israeliana: che il sangue palestinese sarebbe stato dichiarato legittimo.

Fin dall’inizio era chiaro che la vendetta sarebbe stata chiamata “difesa” e la carneficina “sicurezza nazionale”. Fino a un mese fa erano ancora diversi i tour organizzati per visitare i luoghi del 7 ottobre – come l’area del NOVA Festival – ma anche, e soprattutto, per assistere dal vivo ai bombardamenti sulla Striscia da un “belvedere” sopra Sderot, città situata nella cosiddetta Gaza envelope, una fascia di circa sette chilometri di territorio israeliano a ridosso del confine con Gaza.E qui da noi, ventiquattro mesi fa, è giusto ricordarlo: quanti silenzi, distinguo, equilibrismi morali, e ora quanti risvegli improvvisi, tardivi, imbarazzati. Eppure era già tutto chiarissimo. Si sapeva chi bombardava e chi moriva. Adesso tutti si dicono sconvolti. Ma la verità era lì da sempre, nuda, nei corpi mutilati, nelle voci soffocate, in attesa che smettessimo di voltarle le spalle.

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