ONU: UNO CONTRO TUTTI.L’OSCENO VETO USA AL CESSATE IL FUOCO A GAZA

0comments 2.125 mins read
ONU: UNO CONTRO TUTTI.L’OSCENO VETO USA AL CESSATE IL FUOCO A GAZA

Alfredo Facchini

Sala del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Quattordici mani si alzano per dire “basta” a Netanyahu.

In prima fila, una sola mano si leva contro. Palmo in alto, gesto secco: è il veto degli Stati Uniti d’America. Non è un gesto amministrativo: è un lasciapassare per altre bombe, altri funerali, altre macerie a Gaza.È il teatro dell’assurdo della diplomazia contemporanea: uno vale quattordici, una voce pesa più di un coro.

Dall’ottobre 2023 gli Stati Uniti hanno brandito il veto come una clava diplomatica per sei volte. Sei volte hanno trasformato il cessate il fuoco in cessate il sogno. Il copione non cambia mai: che sia Biden o Trump, la mano americana si alza sempre nella stessa direzione.Il progetto era cristallino nella sua umanità: cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente. Rilascio degli ostaggi. Accesso umanitario. Parole che sanno di ovvio, di elementare decenza umana. Eppure, nell’aula del Consiglio di Sicurezza, l’ovvio diventa rivoluzionario.I numeri raccontano una storia che le parole faticano a contenere: ottantanove veti americani in totale al Consiglio di Sicurezza, cinquantuno dei quali per proteggere Israele o affossare risoluzioni critiche verso la politica israeliana.

Mentre i diplomatici fanno i loro calcoli in poltrone di pelle, la realtà brucia sotto i bombardamenti. Dentro si contano i voti. Fuori dalla sala si contano i corpi.A rappresentare Washington c’era Morgan Ortagus, 43 anni, vice inviato speciale per il Medio Oriente. Il suo curriculum è un manifesto dell’establishment sionista: ufficiale della Navy Reserve, convertita all’ebraismo, critica feroce di Iran, Cina e Russia.Ortagus incarna perfettamente la macchina diplomatica americana: tecnocratica, militarizzata, ideologicamente corazzata nel nazi-sionismo. Non è casuale che a esprimere il veto sia stata una figura che combina formazione militare e conversione religiosa, intelligence e fede. È il ritratto dell’America che sceglie sempre lo stesso lato della barricata. Quello dell’Aipac. Chiamiamola con il suo nome: non è diplomazia, è tirannide.

Il veto americano al Consiglio di Sicurezza è l’ultima reliquia di un mondo che si rifiuta di morire, l’ultimo colpo di coda di un impero che preferisce bloccare tutto piuttosto che perdere il controllo.È la tirannide dell’uno contro tutti, l’aritmetica di un potere criminogeno che trasforma la maggioranza in minoranza. Il vetro dovrebbe essere trasparente, ma quello del palazzo Onu riflette sempre la stessa scena: una mano alzata che ferma la storia.

Mentre i diplomatici escono dall’aula con le loro cartellette, fuori il mondo brucia. E il palazzo di vetro, che doveva essere la casa comune dell’umanità, diventa sempre più simile a una prigione di cristallo.

Hey, ciao 👋
Piacere di conoscerti.

Iscriviti per ricevere contenuti fantastici nella tua casella di posta, ogni mese.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Hey, ciao 👋
Piacere di conoscerti.

Iscriviti per ricevere contenuti fantastici nella tua casella di posta, ogni mese.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.