(The Redstream) – La polizia del Bangladesh ha lanciato una nuova ondata di repressione contro i lavoratori dell’industria tessile che sono in sciopero da oltre una settimana. I lavoratori chiedono un salario minimo mensile di 23.000 Tk (209 dollari). I colloqui si sono interrotti due giorni fa dopo che il governo ha offerto appena 12.500 Tk (112 dollari) come nuovo salario mensile. I sindacati respingono la proposta e tornano in piazza.
L’industria dell’abbigliamento del Bangladesh genera un fatturato di circa 55 miliardi di dollari all’anno, rifornendo marchi occidentali come H&M, Walmart e Zara. Nel frattempo, i lavoratori che producono questi vestiti vengono pagati, in media, 8.300 Tk al mese (75 dollari). L’epicentro delle proteste è stata la capitale, Dhaka, e la città industriale di Gazipur, dove la polizia afferma che almeno 100 fabbriche sono state chiuse dai lavoratori in sciopero, che hanno anche bloccato le principali autostrade conducendo marce quotidiane. Finora tre lavoratori in sciopero sono stati uccisi nella repressione.
I lavoratori stanno adottando questa azione in risposta all’inflazione altissima, superiore al 10% mensile, dovuta al programma di “aggiustamento strutturale” del FMI che quest’anno ha costretto il paese a porre fine ai controlli sui tassi di cambio.
Vicina ai lavoratori sfruttati di tutto il mondo e a questi del Bangladesh, naturalmente; vittime di un sistema immondo di oppressione, miseria, duro lavoro e fatica non retribuiti in maniera adeguata, perché i padroni si devono arricchire grazie al loro sudore e sofferenza. Spero tanto che questa lotta vinca sulla barbarie