Decidiamo: è più importante la salute pubblica o il dio denaro?

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Decidiamo: è più importante la salute pubblica o il dio denaro?

Mauro Graziuso

Decidiamo: è più importante la salute pubblica o il dio denaro? Ultimamente, come ben sapete, sono sempre più frequenti le alluvioni e i fenomeni atmosferici catastrofici, diffusi in ogni parte del mondo, che causano enormi problemi alla povera gente, distruggendo a volte anche intere città, case, villaggi. Il nostro Paese non ne è esente e il 19 ottobre scorso ha dovuto assistere all’esondazione di alcuni torrenti del fiume Reno, ossia l’Idice, lo Zena e il Savena, che hanno completamente allagato gran parte della provincia di Bologna, soprattutto i comuni di Pianoro, Monterenzio e San Lazzaro di Savena.

Praticamente in due giorni è caduta la pioggia di due mesi, spazzando via tutto, mettendo ko il servizio elettrico e sradicando intere case, provocando anche la morte di un povero ragazzo di appena vent’anni, travolto da una piena. Si parla di almeno 3.500 persone evacuate e cinquecento sfollati solo nel comune del capoluogo.

Spostandoci altrove, il 29 ottobre 2024 è stata la volta della Spagna, colpita da un’inondazione spaventosa che ha rovinato le vite di intere famiglie e comunità dell’area di Valencia con conseguenze, se possibile, ancora più tragiche. In questo caso, infatti, hanno perso prematuramente la vita addirittura 222 persone, oltre 100 mila sono annoverate tra gli sfollati e almeno 300 mila sono rimaste senz’acqua per giorni.

Questi tragici eventi hanno avuto un impatto significativo anche sul mondo sportivo che ormai è “intasato” da appuntamenti e manifestazioni che si susseguono incessantemente di giorno in giorno. In alcuni casi, gli addetti ai lavori si sono prodigati per la gente comune e si sono rifiutati categoricamente di presenziare alle partite di calcio della Serie A e della Liga Spagnola previste nelle zone colpite da queste calamità, decidendo così di rinviare alcune partite, tra le quali Bologna – Milan e Valencia – Real Madrid. Meritano elogi, ad esempio, i motociclisti che hanno immediatamente espresso il loro sostegno agli alluvionati di Valencia e si sono esposti in prima persona per far sì che la Federazione Internazionale a capo della Moto GP cancellasse l’ultimo importante Gran Premio o spostasse la sede da Valencia a Barcellona, cosa che è avvenuta ed è stata accompagnata dalla decisione di devolvere l’intero ricavato alla Comunidad Valenciana.Tuttavia, ci sono stati anche casi in cui il “sistema” ha deciso di ignorare la popolazione e di far proseguire come se nulla fosse i tornei in itinere, anteponendo a tutto il business e i propri tornaconti economici; in questo senso, il caso più eclatante è senza dubbio legato alla Uefa e alla quarta giornata di Champions League che si è regolarmente disputata, nonostante ci fosse ancora parecchio tumulto soprattutto nella penisola iberica. Hanno, infatti, invano evidenziato quanto questa scelta fosse a dir poco folle anche gli allenatori delle due squadre più importanti di Madrid, ovvero Carlo Ancelotti e Diego Simeone, che si sono detti costretti a scendere in campo “per il bene supremo”.Sebbene da un lato sia pressoché impossibile rinviare molte partite per i calendari pienissimi, è altresì vero che si potrebbero ridurre gli impegni, anche per far aumentare davvero lo spettacolo e per far riposare gli atleti, i quali vengono scambiati per robot instancabili, ma sono pur sempre degli esseri umani come noi, soggetti a stress, cali di energie psicofisiche e infortuni.

Tirando le somme, le alternative sono due: o si aumentano i giorni che ci sono in un anno, pratica non percorribile per ovvie ragioni, o i “pezzi grossi” dovranno rinunciare ad una piccola parte di guadagni e tornare a periodi in cui c’erano meno competizioni e match, ma anche molto più spettacolo, far riavvicinare i tifosi a sport come il calcio (che si sta trasformando sempre di più in mero business) e cercare di far rinascere in tutti noi la passione di un tempo.Una grande mano, in questo senso, la potrebbero dare i giocatori, gli allenatori e le società stesse mettendosi d’accordo, scioperando, come hanno fatto in passato, e chiedendo con i fatti e non solo a parole di giocare di meno.

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One thought on “Decidiamo: è più importante la salute pubblica o il dio denaro?

  1. Articolo interessante, scritto da una persona che sembra intendersene di calcio, evidentemente lo segue, ma non ha rinunciato alle sue capacità critiche e le esplicita quando quel mondo le merita. Degno di rispetto.

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