Il 25 luglio 1978 si aprì a Belgrado la Sesta Conferenza al Vertice del Movimento dei Paesi Non Allineati, con il discorso introduttivo di Josip Broz Tito, presidente della Jugoslavia, ormai 86enne.
La capitale jugoslava ospitò per la seconda volta (dopo la prima conferenza del Movimento nel 1961) questo storico incontro, confermando il ruolo centrale della Jugoslavia di Josip Broz Tito nel movimento.
Nel 1978 il mondo era ancora profondamente diviso dalla Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Il Movimento dei Non Allineati rappresentava una “terza via” per i paesi che rifiutavano di schierarsi con uno dei due blocchi, cercando di mantenere la propria indipendenza politica ed economica.
La conferenza vide la partecipazione di 86 paesi membri con i rispettivi ministri degli esteri e numerosi osservatori, con 113 delegazioni ed oltre 850 persone partecipanti. Tra i leader più influenti presenti c’eranoJosip Broz Tito (Jugoslavia), uno dei fondatori del movimento, Indira Gandhi (India), figura di spicco della politica internazionale, Fidel Castro (Cuba), che assunse la presidenza del movimento.
Gli obiettivi principali
Il summit si concentrò su diverse questioni fondamentali:la lotta contro il colonialismo e l’apartheid rimase una priorità centrale, con particolare attenzione alla situazione in Africa meridionale. I paesi partecipanti ribadirono il loro sostegno ai movimenti di liberazione nazionale ancora attivi in diverse parti del continente africano.La promozione della cooperazione economica Sud-Sud rappresentò un altro tema cruciale. I Non Allineati cercavano di sviluppare rapporti commerciali e di cooperazione tecnica indipendenti dalle due superpotenze, creando alternative ai tradizionali legami economici coloniali.Il disarmo nucleare fu oggetto di intense discussioni, con i paesi partecipanti che sollecitarono una riduzione degli arsenali nucleari e la creazione di zone denuclearizzate in diverse regioni del mondo.
Il passaggio di testimone
Una delle decisioni più significative del summit fu l’elezione di Fidel Castro come nuovo presidente del Movimento dei Non Allineati. Questo passaggio di testimone da Tito a Castro simboleggiava l’evoluzione del movimento e il crescente peso dell’America Latina e dei Caraibi al suo interno. D’altronde il vecchio presidente della Jugoslavia socialista sarebbe deceduto solo due anni più tardi.
La conferenza si concluse con la Dichiarazione di Belgrado, un documento che riaffermava i principi fondamentali del non allineamento: indipendenza, sovranità nazionale, non interferenza negli affari interni di altri paesi e coesistenza pacifica.Il documento condannava fermamente l’apartheid sudafricano, sosteneva il diritto all’autodeterminazione dei popoli palestinese e namibiano, e chiedeva un nuovo ordine economico internazionale più equo.
Il summit di Belgrado del 1978 rappresentò uno degli ultimi grandi momenti di unità del Movimento dei Non Allineati prima che le trasformazioni geopolitiche degli anni ’80 e ’90 ne riducessero progressivamente l’influenza. La fine della Guerra Fredda avrebbe infatti modificato radicalmente il contesto internazionale in cui il movimento era nato e si era sviluppato.



