Silvana Sale
A Punta Molentis, uno degli angoli piรน preziosi della Sardegna meridionale, ieri 27 luglio 2025 si รจ sfiorata la tragedia. Un incendio violento, alimentato dal vento di maestrale, ha devastato la macchia mediterranea, raggiunto la spiaggia in pochi minuti, circondato centinaia di bagnanti e incenerito un intero parcheggio con oltre duecento automobili.
E mentre per miracolo non ci sono state vittime, ciรฒ che emerge รจ un quadro sconcertante di profitto sfacciato, gestione superficiale e totale assenza di misure di prevenzione e sicurezza.
Il tutto in un contesto dove i guadagni pubblici sono elevatissimi, ma i servizi alla cittadinanza, e alla natura, sono rimasti vergognosamente assenti.
Il Comune di Villasimius, attraverso la sua societร in-house “Villasimius s.r.l.”, gestisce i parcheggi a pagamento della zona, incluso quello di Punta Molentis.
Il sistema รจ semplice: 200 posti auto a 10 euro al giorno, ridotti a 6 euro dopo le 16. Per le moto, 5 euro intera giornata e 3 nel pomeriggio. Il contributo di accesso allโarea รจ di 1 euro a persona, gratuito solo per i bambini sotto i 6 anni. Considerando una giornata tipo in alta stagione, come ieri il 27 luglio, con la capienza piena (200 auto e circa 600 persone), si generano entrate attorno a 2.600 euro al giorno solo da quella spiaggia.
Su una stagione estiva di 100 giorni, il ricavo stimato supera ampiamente i 260.000 euro.
A fronte di questi incassi, le spese operative sono minime, nel 2018 il Comune affittava lโarea per circa 28.000 euro lโanno e impiegava appena tre addetti stagionali per tutti i parcheggi del territorio, con un costo complessivo inferiore ai 17.000 euro.
I bilanci ufficiali mostrano utili netti annui per la societร pubblica superiori ai 100.000 euro.
Eppure, non un euro sembra essere stato reinvestito in sicurezza, prevenzione incendi, sorveglianza ambientale o logistica di evacuazione.
Ieri, pomeriggio di fine luglio, quando le fiamme si sono propagate tra le colline sopra la spiaggia, non cโerano barriere tagliafuoco.
La vegetazione attorno al parcheggio era alta, secca, mai disboscata.
Non cโerano percorsi alternativi di fuga. Le auto erano ammassate in unโunica area accessibile da una sola strada sterrata. Quando il fronte di fuoco ha raggiunto la zona, lโunica via di uscita era giร bloccata.
Non cโerano vigili del fuoco sul posto, nรฉ squadre locali AIB, nรฉ tantomeno personale addestrato della societร che incassa quotidianamente migliaia di euro.
Nessun sistema di allarme, nessuna procedura di evacuazione automatica.
I bagnanti hanno dovuto salvarsi da soli, gridando, correndo, gettandosi in acqua. Alcuni bambini piccoli, un neonato, una donna incinta, un ragazzo asmatico, tutti tratti in salvo in extremis via mare grazie a motovedette della Capitaneria e a qualche coraggioso privato con gommoni.
Le immagini della gente ammassata sulle rocce, delle urla, delle esplosioni delle auto in fiamme non possono che far rabbrividire.
Il chiosco bar, costruito in legno e plastica senza alcuna protezione antincendio, รจ stato anchโesso divorato dal fuoco.
Le auto, piรน di 200, sono bruciate come torce, nessuno ha potuto spostarle. Nessun piano di emergenza lo aveva previsto.
Ciรฒ che รจ accaduto รจ frutto di una gestione miope e cinica, che ha trattato Punta Molentis, patrimonio naturalistico e ambientale di rilievo internazionale, allโinterno dellโArea Marina Protetta di Capo Carbonara, come un bancomat estivo da spremere fino allโosso.
Lโassociazione ecologista GrIG da anni denuncia lโassenza di controlli, di sorveglianza, di tutela ambientale.
I ricavi, che avrebbero potuto finanziare almeno cinque o sei addetti stagionali dedicati alla sicurezza e al pronto intervento, non sono mai stati reinvestiti in maniera trasparente.
E mentre il Comune incassa cifre da capogiro e applica rigidamente lโingresso a numero chiuso e il contributo di accesso, non ha previsto neppure un megafono per allertare la popolazione in caso di pericolo.
Le esercitazioni antincendio realizzate nellโaprile 2024 dalla Protezione Civile (manovra “Stangioni 2024”) avrebbero dovuto testare proprio queste situazioni, evacuazioni, incendi in aree turistiche, gestione emergenze.
Eppure, nessuna di quelle procedure sembra essere stata applicata o integrata nella realtร operativa del parcheggio e della spiaggia.
Quella del 27 luglio รจ stata una giornata fortunata, non una dimostrazione di efficienza. Se anche una sola persona fosse rimasta ferita o intrappolata, oggi staremmo parlando di una strage annunciata.
Lโabuso sui guadagni, il silenzio delle istituzioni, la totale assenza di misure concrete sono unโoffesa alla sicurezza dei cittadini, alla dignitร del territorio e al rispetto dellโambiente.
La tragedia รจ stata evitata per puro caso.
Ma il fallimento gestionale e politico รจ giร una condanna.
Serve trasparenza, responsabilitร e un ripensamento radicale, i paradisi naturali non possono essere affidati a logiche di profitto senza coscienza.
E il Comune di Villasimius, oggi, ha il dovere morale e legale di rispondere.
Non si puรฒ perรฒ non riconoscere e ringraziare tutti coloro che si sono mossi nellโimmediato, in particolare la Capitaneria di Porto e i coraggiosi privati con i loro gommoni, che con prontezza e altruismo hanno evitato il peggio, permettendo lโevacuazione via mare di centinaia di persone, tra cui bambini, anziani e una donna incinta.
La solidarietร dei singoli ha fatto la differenza in una situazione drammatica, dimostrando come lโumanitร e la collaborazione possano salvare vite anche quando le istituzioni latitano.
Il dispiacere รจ totale nel vedere come il fuoco abbia distrutto una zona magnifica, lasciando solo cenere, silenzio e dolore in un luogo un tempo ricco di bellezza e vita.
Questo episodio deve essere motivo di riflessione profonda e di un cambio radicale di approccio nella gestione di territori cosรฌ delicati.
Si ringrazia infine che, nonostante la gravitร dellโincendio e i danni materiali, non ci siano stati morti, perchรฉ altrimenti oggi saremmo di fronte a una tragedia ancora piรน triste e inaccettabile.
