Crocifisso Aloisi
Record del debito pubblico: sfondata abbondantemente quota tremila miliardi di euro.
Ce lo dice la Banca d’Italia: ad agosto 2025 si è arrivati al dato record (non il primo record ad onor del vero) dei 3.085 miliardi di euro.
E dire che con il Readiness 2030 (un eufemismo voluto dalla Meloni per mascherare il piano di riarmo europeo ndr), l’Italia ha già chiesto alla UE un prestito di 15 miliardi per l’acquisto di armi e tecnologie, il tutto possibilmente fuori vincoli di bilancio e dunque con un debito possibilmente ancora più su (salvo compensazioni da tagli alla spesa pubblica).
“Con l’euro lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo come se avessimo lavorato un giorno in più” (Romano Prodi) e poi “la moneta unica europea serve per ridurre il debito pubblico, serve per mantenere i conti in ordine”.
Queste sono state autentiche fake news perché, come più volte scritto, le cose sembrano essere andate un po’ diversamente.
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(breve commento della redazione)
La moneta unica non serve tanto alla riduzione del debito pubblico degli Stati, quanto, teoricamente, a mantenere la stabilità dei prezzi, promuovere la crescita economica e facilitare il commercio.
L’euro ha dunque fallito, ma non solo di per sé, ossia per ragioni intrinseche. Il tasso di conversione lira/euro non è stato certamente favorevole al nostro Paese, ma soprattutto dall’adozione dell’euro si è assistito ad una speculazione sui prezzi generalizzata e non controllata dalle autorità competenti. Lo stesso è avvenuto di recente in Croazia dove, dopo l’entrata in vigore dell’euro, i prezzi sono cresciuti di circa il 30%. La politica fiscale della UE, inoltre, si è indirizzata verso Paesi come l’Italia, verso l’austerità, con privatizzazioni e contenimento del Welfare State, per stare nei parametri di bilancio di Maastricht, danneggiando in particolare ceti medio e basso.

