La Marcia su Roma del 28 ottobre 1922 rappresenta uno degli eventi cruciali della storia italiana del Novecento, segnando l’ascesa al potere di Benito Mussolini e del movimento fascista.
Tra il 27 e il 28 ottobre 1922, migliaia di camicie nere fasciste convergono verso la capitale da diverse città italiane. L’operazione, orchestrata dai quadrumviri Michele Bianchi, Emilio De Bono, Italo Balbo e Cesare Maria De Vecchi, punta a intimidire le istituzioni e forzare un cambio di governo.Mussolini, prudentemente, attende gli sviluppi a Milano, pronto a fuggire in Svizzera in caso di fallimento.
Il governo Facta chiede al re Vittorio Emanuele III di proclamare lo stato d’assedio per fermare i fascisti con l’esercito, ma il sovrano rifiuta di firmare il decreto.
Il 29 ottobre il re incarica Mussolini di formare un nuovo governo. Il leader fascista raggiunge Roma in treno e il 31 ottobre ottiene la fiducia dal Parlamento. Le camicie nere sfilano poi trionfalmente nella capitale.
Quella che la propaganda fascista celebrerà come una “rivoluzione” fu in realtà una conquista del potere semiflegale, resa possibile dalla complicità delle élite liberali, dalla debolezza delle istituzioni e dall’illusione di poter “addomesticare” Mussolini.
La Marcia su Roma aprì la strada alla dittatura: nel giro di pochi anni, Mussolini trasformò l’Italia in uno stato totalitario, sopprimendo le libertà democratiche e instaurando il regime fascista che avrebbe condotto il Paese alla catastrofe della Seconda Guerra Mondiale.
