Taglio del cuneo fiscale. La CGIL lancia l’allarme: i lavoratori con un reddito tra gli 8.500 e i 9mila euro all’anno rischiano di perdere i 1200 euro annui del bonus Renzi. Chi si trova in questa fascia, con il nuovo taglio del cuneo, si troverebbe infatti ad essere “incapiente” dal punto di vista fiscale.
Secondo un dossier della CGIL, la trasformazione da contributivo a fiscale ha portato a conseguenze inattese per quella fascia di reddito: significa che non avrà più in busta paga i 1200 euro all’anno di trattamento integrativo, quello previsto dalla legge Renzi.
“Sotto i 35mila euro la stragrande maggioranza ci perde”, ha dichiarato Christian Ferrari, segretario confederale della CGIL, in un’intervista a Repubblica. Il sindacato evidenzia che, nel 2025, i lavoratori con redditi annui compresi tra 8.500 e 9.000 euro lordi perderanno fino a 1.200 euro netti, pari a due mensilità in meno rispetto al 2023.
Nel 2023, il taglio del cuneo fiscale agiva “a monte”, aumentando l’imponibile fiscale dei lavoratori di 548 euro. Con la nuova manovra voluta dal governo Meloni, invece, il taglio avviene “a valle” ed è esentasse, riducendo di fatto l’imponibile fiscale.Per chi guadagna tra 8.500 e 9.000 euro annui, ciò significa un calo dell’imponibile da 8.268 a 7.719 euro, rendendo molti contribuenti tecnicamente “incapienti”.
“Un’ingiustizia intollerabile sul lavoro povero”, ha dichiarato Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ribadendo la necessità di rivedere le politiche fiscali per garantire equità.

