25 luglio 1943: La caduta di Mussolini, sfiduciato dal Gran Consiglio del Fascismo

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25 luglio 1943: La caduta di Mussolini, sfiduciato dal Gran Consiglio del Fascismo

Il 25 luglio 1943 rappresenta una data cruciale nella storia italiana: la seduta del Gran Consiglio del Fascismo che segnò la fine del ventennio mussoliniano e l’inizio del crollo del regime fascista.

Nell’estate del 1943, l’Italia si trovava in una situazione drammatica. La guerra procedeva male su tutti i fronti: gli Alleati avevano invaso la Sicilia il 10 luglio, le città italiane subivano pesanti bombardamenti, e la popolazione era sempre più ostile al conflitto. La fiducia in Mussolini era ai minimi storici, anche all’interno del suo stesso partito.

La seduta del Gran Consiglio

La riunione del Gran Consiglio del Fascismo iniziò alle 17:00 del 24 luglio 1943 a Palazzo Venezia e si protrasse fino alle prime ore del 25 luglio. Era la prima volta dal 1939 che l’organo si riuniva, segno della gravità della situazione.

Durante la lunga seduta, Dino Grandi presentò un ordine del giorno che chiedeva al re di riprendere le sue prerogative costituzionali e il comando effettivo delle forze armate. L’ordine del giorno rappresentava di fatto una mozione di sfiducia nei confronti di Mussolini.

Alle 2:40 del 25 luglio, dopo un acceso dibattito, il Gran Consiglio votò l’ordine del giorno Grandi con 19 voti favorevoli, 8 contrari e 1 astensione. Tra i votanti favorevoli figuravano personalità di primo piano del regime come Dino Grandi, Giuseppe Bottai, Galeazzo Ciano (genero di Mussolini) e Cesare Maria De Vecchi.

L’arresto di Mussolini

Il giorno stesso, nel pomeriggio del 25 luglio, Mussolini si recò dal re Vittorio Emanuele III a Villa Savoia per riferire sull’esito della riunione. Il sovrano lo informò della sua destituzione e della nomina del maresciallo Pietro Badoglio come nuovo capo del governo. All’uscita dalla villa, Mussolini fu arrestato dai Carabinieri.

La notizia della caduta di Mussolini scatenò manifestazioni di giubilo in tutta Italia. La popolazione scese nelle piazze per festeggiare la fine della dittatura, abbattendo simboli del regime fascista. Tuttavia, l’Italia rimaneva ancora in guerra a fianco della Germania, situazione che sarebbe cambiata solo con l’armistizio dell’8 settembre 1943.

Il 25 luglio 1943 rappresenta un momento di svolta fondamentale nella storia italiana. Per la prima volta un regime totalitario cadeva non per una rivoluzione popolare o una sconfitta militare, ma attraverso un meccanismo interno alle istituzioni del regime stesso. Questo evento segnò l’inizio del lungo e difficile percorso verso la democrazia, che si sarebbe completato solo con la nascita della Repubblica italiana nel 1946.

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