Gladys Spiliopoulos
Ex Ilva, il ricorso delle associazioni arriva al TAR. E il Codacons si unisce alla nostra battaglia.
È stato depositato nei giorni scorsi al TAR di Lecce il ricorso contro la nuova Autorizzazione Integrata Ambientale che consente la prosecuzione del ciclo fossile nello stabilimento ex Ilva di Taranto.Un atto di giustizia civile, frutto di mesi di lavoro condiviso tra avvocati, tecnici e cittadini, uniti dal desiderio di riportare il diritto alla salute e all’ambiente al centro delle decisioni pubbliche.A promuoverlo sono sette associazioni che rappresentano la parte più viva e consapevole di questa città: Medici per l’Ambiente – ISDE Italia, Genitori Tarantini, Giustizia per Taranto, Peacelink, Ambiente e Salute per Taranto, Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, LMO.
Il ricorso è stato redatto dagli avvocati Ascanio Amenduni, Michele Macrì e Maurizio Rizzo Striano, con il coordinamento scientifico del professor Michele Carducci, docente di Diritto climatico comparato all’Università del Salento, e con il contributo di numerosi tecnici ed esperti che hanno lavorato all’analisi giuridica, economica e ambientale contenuta nel documento.
Al centro dell’atto c’è una tesi chiara: l’AIA rilasciata dal Governo è incompatibile con il nuovo quadro giuridico europeo sul clima e la salute, e non tiene conto dei vincoli introdotti dalla riforma costituzionale del 2022 né delle recenti sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Per la prima volta, la questione climatica entra nel cuore del caso Ilva con argomentazioni che intrecciano diritto, scienza e responsabilità istituzionale.A confermare la solidità di questo impianto arriva ora una notizia importante: il Codacons ha deciso di intervenire “ad adiuvandum” nel giudizio, sostenendo ufficialmente il ricorso delle associazioni.Un gesto che riconosce la forza giuridica e civile di questa iniziativa e ne amplia la risonanza nazionale.
Mentre il Comune di Taranto, affrontando la questione in un recente consiglio comunale, ha scelto di non impugnare l’AIA, ritenendo di non avere elementi sufficienti per farlo, la società civile ha scelto di non voltarsi dall’altra parte.Perché ci sono momenti in cui difendere la verità, la salute e l’ambiente non deve essere un gesto o una scelta politica, ma un dovere morale.E questo, oggi, è uno di quei momenti.
