Primo posto nella classifica dei singoli italiani il 6 febbraio 1966 per la giovanissima Caterina Caselli e la sua “Nessuno mi può giudicare”. Il singolo era uscito neppure un mese prima e fu presentato al Festival di Sanremo, dove si classificò secondo, eseguito in coppia con Gene Pitney.
Il brano era inizialmente destinato ad Adriano Celentano, che ne incise un provino per poi abbandonarlo, per cui gli autori Pace e Panzeri pensarono di affidarlo a Caterina Caselli, che fino ad allora era quasi sconosciuta.
Il testo Innovativo e sconvolgente per l’epoca, anticipa argomenti propri del movimento femminista, rivendicando per la donna la possibilità di scegliere tra più partner.
Nel luglio del 2000 la canzone è diventata l’inno del primo Gay Pride mondiale svoltosi a Roma, a causa del verso: «ognuno ha il diritto di vivere come può».
