Manuel M Buccarella
L’11 novembre di 20 anni fa, nel 2004, moriva Yasser Arafat, ex presidente dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP).
Arafat rimane ancora oggi una delle figure più iconiche della lotta di liberazione palestinese e, grazie a lui, la causa palestinese è riuscita a ottenere il riconoscimento internazionale, dopo un’ iniziale adesione alla lotta armata.
Negli anni ’50 Arafat si unì a un gruppo di palestinesi nella fondazione del Movimento di Liberazione Nazionale Palestinese (Fatah), nel quale oggi si riconosce l’Autorità Nazionale Palestina, con a capo Abu Mazen, con formale giurisdizione sulla Cisgiordania. Nel febbraio 1969 Arafat fu eletto presidente del Comitato esecutivo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP).
Il 13 novembre 1974 Arafat pronunciò il suo famoso discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York a nome del popolo palestinese, concludendo: “Oggi sono venuto con un ramoscello d’ulivo e la pistola di un combattente per la libertà. Non lasciare che il ramoscello d’ulivo mi cada di mano».
Prese parte ai colloqui di pace di Madrid (1991) e di Oslo (1993) che consentirono la nascita di un’Autorità nazionale palestinese a Gerico e nella Striscia di Gaza. Per questi accordi Arafat fu insignito, insieme agli Israeliani Ytzhak Rabin e Simon Peres, del premio Nobel per la pace (ott. 1994).
Arafat è stato eletto presidente dell’Autorità nazionale palestinese (ANP) alle elezioni generali del 1996. Tuttavia, dopo lo scoppio della Seconda Intifada nel 2000, le forze e i carri armati israeliani assediarono Arafat nel suo quartier generale a Ramallah, accusandolo di guidare l’Intifada. Gli accordi sottoscritti con Israele non trovarono mai concreta attuazione. Rabin fu ucciso da un estremista ebraico.
Trascorse gli ultimi due anni della sua vita praticamente isolato nella sua residenza di Ramallah. Morì a 75 anni in un ospedale francese per un malore improvviso seguito all’assedio di Ramallah e di West Bank del 2004. Le circostanze del decesso rimangono tuttora misteriose. Non pochi ritengono che Arafat fosse stato vittima di un avvelenamento. Non vi fu mai un’autopsia per accertare le reali cause della morte.
Il ruolo di Italia e Jugoslavia.
Nel 1961 a Belgrado si costituisce ufficialmente il Movimento dei Paesi non Allineati, su impulso del Presidente della Jugoslavia, maresciallo Josip Broz Tito, e dei presidenti di Egitto ed India, Gamal Abd el-Nasser e Jawaharlal Nehru. Del movimento fanno attualmente parte 120 paesi, circa i due terzi della popolazione mondiale, che non si riconoscono nei due blocchi Nato e Patto di Varsavia.
Il movimento dei paesi non allineati sostenne la lotta di liberazione ed i movimenti per l’indipendenza dei popoli coloniali, tra cui ovviamente quello palestinese. La Palestina entrò presto a fare parte del Movimento.
Riportiamo una foto di una visita di Yasser Arafat a Tito a Belgrado nel 1974.
Anche il nostro paese ha avuto un ruolo importante nel riconoscimento della Palestina e di Yasser Arafat quali interlocutori internazionali del processo di pace nel Medio Oriente e del diritto del popolo palestinese all’ autodeterminazione e ad avere un suo Stato autonomo. Nel 1985 il presidente del Consiglio italiano Bettino Craxi ha anche riconosciuto la legittimità della lotta armata del popolo palestinese.