ma.bu.
Domani elezioni in Germania.Nessuno dei principali partiti tedeschi, in tutto l'”arco costituzionale”, offre un’alternativa sostanziale al convinto sostegno della Germania a Israele.
Il panorama politico del paese – dice un breve report di Redstream, agenzia di stampa indipendente – si è pienamente allineato con il famigerato “Staatsräson” del governo: sostegno incondizionato a Israele, anche a costo del genocidio.
Dato che il silenzio delle voci filo-palestinesi da parte della Germania ha raggiunto livelli senza precedenti, nessun partito osa sfidare la rigida linea filo-sionista dello Stato. Dall’altra parte dello spettro, da destra a sinistra, nessuno riconosce Israele come uno stato di apartheid né chiede sanzioni contro di esso.
Perfino il partito della sinistra al governo Alleanza 90/Verdi, il più importante partito di sinistra della Germania, rifiuta di sfidare lo status quo, non riuscendo nemmeno a riconoscere il genocidio di Gaza. Le parole del ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock, “[…] siamo tutti israeliani”, sembrano essere più che semplici parole.
Anche Die Linke, formazione politica più a sinistra, fuori dalla coalizione governativa, in tempi non sospetti si è detta vicina ad Israele.
Contro Israele solo Alternative fur Deutschland, forse per la sua vicinanza a posizioni di estrema destra e neonaziste, ed il partito BSW (Bündnis Sahra Wagenknecht), legato, anche nel nome, alla figura della fondatrice, Sahra Wagenknecht, con un importante trascorso proprio in Die Linke. La Wagenknecht è alla guida di un partito da molti definito populista di sinistra (alcuni anche “rossobruno”) e che comunque è uno dei pochi a sposare la causa del popolo palestinese, a chiedere la fine del sostegno militare a Kiev, e ad avere posizioni critiche nei confronti dell’Unione Europea.
