Alle 22 di stasera parte la guerra dei dazi americani contro l’Europa. Si va verso il 20% generalizzato. L’antico vizietto di Trump

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Alle 22 di stasera parte la guerra dei dazi americani contro l’Europa. Si va verso il 20% generalizzato. L’antico vizietto di Trump

ma.bu.

Alle 22 di oggi, ora italiana, verrà comunicato l’avvio, con partenza immediata, della campagna dei dazi che l’amministrazione Usa guidata da Donald Trump intende applicare all’Europa, e non solo. Si parla di dazi generali pari al 20%.

Le tariffe si andranno a sommare a quelle già decise sulle auto importate, che scatteranno il 3 aprile, e sull’alluminio. I dazi dovrebbero colpire tutti indiscriminatamente, comportando per gli States nuovi incassi per 600 milioni di dollari annui, secondo proiezioni dell’amministrazione di Washington. Va detto che l’Europa aveva già risposto alla prima ondata di dazi con delle misure come, per esempio, il 50% sul whisky.

La guerra dei dazi è comunque un vizietto per Trump: già durante il suo primo mandato (2017-2021) il tycoon ha proposto alcune iniziative di questo tipo, di portata certamente più modesta, rappresentando un significativo cambiamento nella politica commerciale americana e con ripercussioni globali. Durante il suo primo mandato, infatti, Trump ha implementato dazi significativi, principalmente contro la Cina, ma anche verso alleati storici come l’Unione Europea, il Canada e il Messico. Le principali misure includevano dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio (Sezione 232), dazi fino al 25% su circa $360 miliardi di importazioni cinesi (Sezione 301), dazi su lavatrici e pannelli solari.

L’impatto sull’economia americana fu allora complesso, con aspetti positivi (alcune industrie protette hanno visto un temporaneo aumento dell’occupazione (principalmente nel settore siderurgico), incremento delle entrate fiscali federali dai dazi, ma anche con aspetti negativi:aumento dei costi per i produttori americani dipendenti da materie prime importate, aumento dei prezzi per i consumatori finali, ritorsioni commerciali che hanno danneggiato gli esportatori americani, particolarmente gli agricoltori.

Studi economici hanno indicato che il costo dei dazi è stato principalmente sostenuto dalle imprese e dai consumatori americani, non dai paesi esportatori.

Effetti sull’Economia Europea. L’Europa ha subito impatti significativi come danni diretti alle esportazioni europee di acciaio, alluminio e altri prodotti, incertezza economica che ha rallentato gli investimenti.

Già allora l’Unione Europea rispose con contromisure tariffarie su prodotti americani (come motociclette, whiskey, jeans). Vi fu inoltre un riorientamento delle catene di approvvigionamento europee per ridurre la dipendenza dal mercato americano.

Anche per la situazione attuale, che ha già determinato gravi danni alle principali borse valori internazionali, a partire da Wall Street, si prevedono conseguenze simili.

Il diritto statunitense sui dazi

La Costituzione degli Stati Uniti (Articolo I, Sezione 8) attribuisce al Congresso il potere di “imporre e riscuotere tasse, dazi, imposte e accise”. Nel corso degli anni, il Congresso ha delegato parte dell’autorità tariffaria al Presidente attraverso varie leggi: la Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962 permette al Presidente di imporre dazi per proteggere la sicurezza nazionale.La Sezione 301 del Trade Act del 1974 consente azioni contro pratiche commerciali straniere “irragionevoli” o “discriminatorie”. La Sezione 201 del Trade Act del 1974 permette “misure di salvaguardia” temporanee per proteggere industrie nazionali danneggiate da importazioni.

Gli Stati Uniti sono membri dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), che impone limiti alle tariffe dei paesi membri, sebbene Trump abbia aggirato questi vincoli usando le disposizioni di sicurezza nazionale.

La legalità di alcune delle misure tariffarie di Trump è stata contestata sia nei tribunali statunitensi che davanti all’OMC, con risultati misti. Le decisioni hanno creato importanti precedenti nel diritto commerciale americano.

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