Silvana Sale
Queste sono le parole pronunciate ieri da Donald Trump, un concentrato di minacce, falsificazioni giuridiche e rivendicazioni di forza che configurano un vero e proprio delirio politico e bellico.
Parole che, per la loro gravitร , devono essere riportate integralmente prima di essere smontate punto per punto.
“Il Venezuela รจ completamente circondato dalla piรน grande armata mai assemblata nella storia del Sud America.
Questa armata non farร che crescere, e lo shock per loro sarร senza precedenti, finchรฉ non restituiranno agli Stati Uniti tutto il petrolio, la terra e gli altri beni che ci hanno precedentemente rubato. L’illegittimo regime di Maduro sta usando il petrolio di questi giacimenti rubati per finanziare se stesso, il narcoterrorismo, la tratta di esseri umani, gli omicidi e i rapimenti.
Per il furto dei nostri beni, e per molte altre ragioni, tra cui terrorismo, narcotraffico e tratta di esseri umani, il regime venezuelano รจ stato designato come organizzazione terroristica straniera. Pertanto, oggi ordino il blocco totale e completo di tutte le petroliere autorizzate in entrata e in uscita dal Venezuela.
Gli immigrati clandestini e i criminali che il regime di Maduro ha inviato negli Stati Uniti durante la debole e incapace amministrazione Biden vengono rimpatriati in Venezuela a un ritmo accelerato. Gli Stati Uniti non permetteranno a criminali, terroristi o altri paesi di rubare, minacciare o danneggiare la nostra nazione, nรฉ permetteranno a un regime ostile di sequestrare il nostro petrolio, la nostra terra o qualsiasi altro bene, che deve essere restituito IMMEDIATAMENTE agli Stati Uniti. Grazie per l’attenzione a questa questione!”
Le parole pronunciate ieri da Donald Trump sul Venezuela non sono uno scivolone verbale, non sono una provocazione isolata, non sono una semplice uscita propagandistica.
Sono un insieme coerente di affermazioni che, prese una per una e poi nel loro insieme, costruiscono una narrazione pericolosa, falsa nei fatti, insostenibile nel diritto e gravissima nelle conseguenze.
ร doveroso smontarle punto per punto, senza giustificarne nemmeno una sillaba, partendo da ciรฒ che รจ incontestabile.
Trump afferma che gli Stati Uniti vogliono “riprendersi” il petrolio, la terra e i beni che il Venezuela avrebbe “rubato”.
Questa affermazione รจ logicamente e giuridicamente falsa.
Le risorse petrolifere di cui si parla si trovano fisicamente nel territorio venezuelano, nel suo sottosuolo, entro confini riconosciuti internazionalmente.
Secondo un principio cardine del diritto internazionale, sancito anche dalle Nazioni Unite, ogni Stato ha sovranitร permanente sulle proprie risorse naturali.
Questa sovranitร non dipende dal giudizio politico sul governo in carica, non viene annullata da sanzioni unilaterali, non puรฒ essere revocata da un altro Stato per autoproclamazione.
Per poter parlare di “furto” dovrebbe esistere un bene sottratto a un legittimo proprietario esterno, qui non cโรจ nulla di tutto questo.
Il petrolio venezuelano non รจ mai stato degli Stati Uniti, non รจ stato estratto da territorio statunitense, non proviene da unโarea contesa o occupata.
ร petrolio venezuelano, estratto in Venezuela. Punto.
Parlare di “restituzione” significa rivendicare non un diritto, ma un potere di esproprio fondato sulla forza.
Trump parla poi della “piรน grande armata mai assemblata nella storia del Sud America” che circonderebbe il Venezuela.
Anche questa affermazione รจ falsa nei fatti.
Non esiste alcuna armata di questo tipo.
Non esiste una concentrazione senza precedenti di truppe terrestri, non esiste una mobilitazione generale, non esiste una dichiarazione di guerra, non esiste unโoccupazione territoriale.
Esiste una presenza navale e aerea, distribuita e rotazionale, usata come strumento di pressione e intimidazione.
Una flotta non รจ unโarmata, un dispiegamento non รจ un assedio, una minaccia non รจ un fatto militare.
Questa frase non descrive la realtร , costruisce una percezione di accerchiamento.
ร propaganda intimidatoria, non un dato oggettivo.
Ancora piรน grave รจ lโaffermazione secondo cui il Venezuela sarebbe stato designato come “organizzazione terroristica”.
Qui non siamo di fronte a una forzatura, ma a unโimpossibilitร giuridica.
Uno Stato non puรฒ essere unโorganizzazione terroristica.
Nel diritto internazionale uno Stato รจ un soggetto sovrano, unโorganizzazione terroristica รจ per definizione un attore non statale.
Le due categorie si escludono a vicenda.
La stessa normativa statunitense sulla designazione di “foreign terrorist organizations” si applica solo a gruppi non statali.
Il Venezuela ha un territorio, un governo, un esercito regolare, una rappresentanza alle Nazioni Unite.
Non puรฒ rientrare in quella definizione.
Chiamare uno Stato “terrorista” non รจ una classificazione legale, รจ una strategia di delegittimazione che serve a trasformare un soggetto sovrano in un bersaglio, a giustificare misure che altrimenti sarebbero apertamente riconosciute come atti di aggressione.
In questo quadro si inserisce lโannuncio di un “blocco totale” delle petroliere.
Qui รจ fondamentale essere chiari, un blocco navale non รจ una sanzione, non รจ una misura amministrativa, non รจ un atto neutro.
Un blocco navale รจ lโinterdizione militare del traffico marittimo di uno Stato tramite lโuso o la minaccia della forza armata.
Storicamente e giuridicamente, ogni blocco navale รจ un atto di guerra.
Cambiare nome, parlare di “interdizione”, “quarantena” o “blocco mirato” non ne cambia la natura.
Fermare, deviare o sequestrare navi civili con mezzi militari, anche se dirette a uno Stato sanzionato unilateralmente, significa usare la forza.
Le sanzioni statunitensi non sono diritto internazionale e non possono essere fatte rispettare militarmente contro navi di Stati terzi senza violare la libertร di navigazione e la sovranitร altrui.
Un blocco navale produce effetti diretti sulla popolazione civile, strangola lโeconomia e puรฒ configurare lโuso della fame come strumento di coercizione, pratica vietata dal diritto internazionale umanitario.
A nulla valgono le etichette di “difesa” o “antiterrorismo”.
Lโautodifesa, secondo la Carta ONU, รจ ammessa solo in risposta a un attacco armato attuale o imminente.
Il Venezuela non ha attaccato gli Stati Uniti, nรฉ li minaccia militarmente.
Lโantiterrorismo, per definizione, si applica a gruppi non statali, non a Stati sovrani.
Invocare migrazione irregolare, criminalitร o narcotraffico non cambia il quadro, nessuno di questi fenomeni autorizza lโuso della forza militare contro un altro Stato.
Qui non cโรจ difesa, non cโรจ antiterrorismo, non cโรจ sicurezza, cโรจ lโuso illegittimo della forza mascherato da linguaggio emergenziale.
Di fronte a questo scenario, รจ essenziale ribadire un altro punto che viene spesso taciuto, il Venezuela, in quanto Stato sovrano, ha diritti.
Se subisce un atto illecito internazionale puรฒ adottare contromisure proporzionate, puรฒ sospendere accordi, puรฒ nazionalizzare beni, puรฒ ricorrere agli organismi internazionali.
E se un blocco navale o unโinterdizione armata dovessero tradursi in un attacco militare concreto, scatterebbe il diritto alla legittima difesa.
Non offensiva, ma difensiva.
Scorte navali, difesa costiera, risposta proporzionata a unโaggressione sono diritti riconosciuti dal diritto internazionale, non atti di escalation arbitraria.
Infine, รจ fondamentale ricordare che il Venezuela non รจ solo.
Non lo รจ politicamente, non lo รจ diplomaticamente, non lo รจ sul piano delle alleanze.
Cuba, Nicaragua e molti Paesi dellโAmerica Latina hanno espresso e continuano a esprimere vicinanza e solidarietร .
Altri attori internazionali, tra cui la Russia, riconoscono la sovranitร venezuelana e il diritto di Caracas a non essere aggredita.
Questo non รจ un dettaglio, dimostra che la narrazione dellโisolamento รจ falsa quanto quella del “petrolio rubato”.
In piena solidarietร con il popolo venezuelano e con il governo di Nicolรกs Maduro, รจ necessario dirlo senza ambiguitร , le parole di Trump non descrivono il diritto, ma tentano di sostituirlo con la forza.
Smontate nei fatti, nel diritto e nella logica, restano per ciรฒ che sono, una legittimazione verbale dellโaggressione.
E contro questa deriva, il diritto internazionale, la sovranitร degli Stati e il principio di autodifesa del Venezuela non possono e non devono essere messi tra parentesi.
